Il Senso

Sirio osserva il mondo avvenire fuori dalla finestra, silenzioso. Lampi di macchine sfrecciano in lontananza e in vicinanza. Passa qualche passante. Qualcuno urla, qualcun altro no. Una o due volte un cane piscia su un lampione. L’aria della sera è fresca, con quel particolare odore che solo l’osservazione di una città dall’alto può dare all’aria serale. In cielo, neanche una stella.

– È pronto in tavola!

La meditabonda e silenziosa osservazione viene interrotta dal più gretto materialismo. Sirio prova a resistere, ma l’atmosfera è stata infranta. Getta un’ultima occhiata, giusto il tempo di individuare un losco individuo con un ombrello nero. Fa un lungo respiro, e scende il breve tratto di scale che lo conduce fino alla sala da pranzo.

– Buonasera a tutti i gentili telespettatori.

– Buonasera, buonasera! – risponde un po’ brusca un’anziana, anziana signora, servendo al contempo un delizioso sformato di patate. Otto figure la osservano un po’ costernate, ma si astengono dal commentare. Direttamente in diretta dallo schermo il tigì prosegue per la sua strada.

– Il Parlamento ha ufficialmente messo fuori legge l’acido desossiribonucleico, dopo che tracce di questa sostanza sono state ritrovavate nel corpo di decine di giovani stragificati dal Sabato Sera.

– Cosa non si vanno a inventare i giovani d’oggi – interviene una figura, che ha tutta l’aria di essere una madre – eccheccos’è poi questo acido desossiricreico?

– DNA.

L’asserente risposta s’è levata da un’altra figura, che ha invece l’aria di essere più che altro un nipote.

– E che fa questo diennà di così letale?

– Nulla. Trasmette il patrimonio genetico.

– Beh, se l’hanno messo fuori legge ci sarà pure un motivo, no?

– No.

Quel nipote dimostra di possedere un’ampia cultura, ma di sicuro non una grande capacità comunicativa. La madre, indecisa, tace. Lo sformato di patate si è nel frattempo esaurito sopra i piatti.

– I bombardamenti a tappeto mirati sulla capitale dello Yemeran non hanno portato ai risultati sperati. Gli Stati Aggregati d’Oltreoceano promettono interventi ancora più pesanti, anche in seguito agli attentati…

– La prego, sto servendo il dolce, trasmetta qualche notizia più allegra! – interviene l’anziana, anziana signora, rivolta all’indaffarato e indifferente (ma non in differita) presentatore. Nel frattempo, serve un delizioso tiramisù alle altre otto figure che la osservano, un po’ costernate, ma senza commentare. Una delle figure (nello specifico Sirio, che ha tutta l’aria di essere un figlio) inizia una conversazione di questo genere:

– Dopo cena credo che uscirò.

– E dove vai? – chiede maternamente una nuova figura, dall’aria piuttosto paterna.

– Non so. In giro. Forse mi vedo con una mia amica, forse no.

– Non fare tardi.

– Non so.

– Chi è questa tua amica?

– Non sai.

– Vero. Verissimo.

Tacciono.

– …la nuova riforma economica, che – promette il premier – contribuirà ad abbassare la disoccupazione alzando i licenziamenti, in modo da generare un interscambio intergenerazionale mestierifero che darà spazio ai giovani, che potranno pensionarsi con largo ritardo e godere di una riduzione sull’IVA del 2,3% per i cognomi con più di tre virgole e nuovi e più forti incentivi statali per chi vuole costruire barche a vela che sventolano il tricolore! Onore! L’opposizione accusa il governo di non sottostare abbastanza alle richieste della G…

– Non ci sono più le destre e le sinistre – sbuffa una quinta, ziificante figura.

– Zitto tu, che sei un comunista.

– Tsù. Ma se faccio parte da anni del Fronte Nazionale Antizecche, ma dico, ti pare?

– Non lo so, non lo so. Voi estremisti siete tutti uguali, sempre a lamentarvi. Che cos’avrete poi da lamentarvi delle zecche, ma dico, ti pare?

– Smettetela di bisticciare come bambini – interviene un uomo di mezza età, ospite di forma (ma non necessariamente di sinolo) – dovreste sapere benissimo che questi litigi sono tipicamente italiani. All’estero, dove sono notoriamente più progrediti, hanno già superato da tempo queste stigmatizzazioni. Destra? Sinistra? Estremismi? Puah, carta straccia della storia! Lì ognuno pensa con la propria testa, senza ideologia, senza un’idea di fondo. Ci si muove con la corrente, si vota quello dall’aria più simpatica. Si ride tanto dei comici per il sistema quanto di quelli contro. È tutto più smart, più leggero. I ragazzi non parlano di politica, parlano solo di chi si sono portati a letto. In Inghilterra ad esempio, dove vivo io…

Ma tutti hanno ormai smesso di ascoltarlo. Il tipico vizio degli italiani che vivono all’estero: parlare. Preferibilmente a sproposito. Il significante zio sta per proseguire la discussione ignorando completamente il precedente intervento, ma viene distratto dalla fine del tiramisù. Finisce anche il tigì.

– E questa era l’ultima notizia.

– Buonasera, buonasera.

– Buonasera a lei, signora – risponde affabile il giornalista.

Sirio si prepara, ed esce.

La sera lo accoglie con i suoi tipici bagliori cittadini. Silenzioso, accende una sigaretta e procede verso la fermata del bus. Mentre cammina, osserva gli alti e grigi agglomerati di appartamenti alla sua sinistra. Osserva alla sua destra il parchetto della stazione. Sulle panchine, quattro ragazzi ridono, fumano e bevono.
Uno di loro ha un carrello della spesa, ci sale sopra mentre un altro spinge. Ridono. Poi fumano e bevono.
Alla sua sinistra, i palazzi danno la strana idea di enormi comodini. La sigaretta, suo malgrado, finisce.
Salite delle scale, si ritrova alla fermata. Accanto a lui una prostituta fuma. Silenzioso, accende anche lui un’altra sigaretta. Attende.
Un autobus passa, si ferma e riparte. Così un secondo, ma stavolta Sirio sale a bordo.
La prostituta continua ad attendere.

Sopra il mezzo tutti sono silenziosi. Certuni osservano distratti i telefoni, cert’altri osservano distratti fuori dal finestrino. Qualcuno osserva distrattamente gli altri osservare distratti. Una coppia si bacia appassionatamente. Silenzioso, si distrae anche Sirio.

Sceso dalla vettura tira un’abbondante boccata d’aria, condita di smog urbano. Per filtrare il pessimo gusto dell’abbondante aria appena ingerita, accende una terza sigaretta. Poi inizia a camminare.
Camminando, incontra un gruppo di tre conoscenti, così composto:

  • Numero uno ragazze con capelli parzialmente verdi, numero tre piercing visibili e aria di netta superiorità psicomorale. Fidanzata.
  • Numero due ragazzi, uno con cappello rigirato e uno sprovvisto, privi di segni particolari e privi in generale di interesse o interessi, tranne in quel momento la ragazza con i capelli parzialmente verdi. Fidanzata.

Poiché i tre conoscenti si trovano esattamente davanti al pub da lui prescelto, e poiché l’uomo è in fondo un animale sociale, Sirio li segue all’interno. Ordina un mezzo litro di doppio malto rossa, irlandese.
Beve, e ascolta distrattamente le chiacchiere dei conoscenti, poi le chiacchiere degli astanti, infine confonde le due e inizia a perdere il senso delle cose. Questo lo porta a intervenire improvvisamente a sproposito:

– Anche io ci sono stato! È un posto stupendo! Anche se le persone che ci vivono… un po’ così.

– Ci sei stato dove?

– Di cosa stavate parlando?

– Dicevamo che il problema sta a valle, per fortuna.

– Ah. La valle. Il problema sta a valle. Quale problema?

Ma i due giovincelli sono tornati a interessarsi della ragazza con tre piercing. Gli pare di capire che il problema abbia a che fare con il burrascoso rapporto tra lei e il suo fidanzato, che ama tanto.

Finita la birra, esce.

Fuori dal pub agglomerati di persone si comprimono e si dilatano, seguendo scompostamente un misterioso ritmo che a sentirlo dev’essere davvero terribile. Neanche a dirlo, si accende silenzioso una sigaretta e s’incammina per la sua strada, qualunque essa sia.

Di ciò che accade successivamente, basti dire che incontra due suonatori di strada con cui si ferma a chiacchierare, saluta un vecchio amico che non vedeva da molti anni, conosce un gruppo di ragazzi cui si ferma a chiedere un’indicazione. Rivede inoltre la ragazza che ha amato, ricambiato, per due lunghi anni, e sorride a una passante molto carina. Viene urtato per errore da un tossico, trascinato dal cane al guinzaglio, e si ferma con degli amici a bere in un altro pub. Giunto il momento giusto, saluta tutti e si avvia.

– Ciao.

Sorride.

– Ciao.

Sorride.

Si fissano negli occhi per qualche istante. I suoi sono azzurri, contornati da mossi capelli biondi. Sofia.
Porta sulle spalle uno zaino, in mano una tenda. Gli affida la tenda.

– Siamo in tempo per l’ultimo autobus. Vieni.

Durante il tragitto, gli espone il piano. Sirio, silenzioso, sorride e si accende una sigaretta.
Attendono il passaggio sopra una panchina.
Il calore che si trasmettono i loro corpi.
Le macchine che passano, passano, passano. Si alternano con qualche motorino.
Infine, passa l’autobus.
Con loro a bordo solo immigrati di ritorno dal lavoro, e un’anziana, anziana signora. Giunti nel nulla, scendono.

– Vieni.

Si arrampicano lungo un dolce pendio, in mezzo a radi alberi boscosi. Il profumo del legno li avvolge nella sua umidità. Di tanto in tanto, le loro mani si carezzano. Per il resto, proseguono silenziosi.
In cima alla collina, una radura si estende per un lungo tratto dell’opposto pendio. La luna giace lì al centro. In cielo, qualche stella sparsa.

– Mi ricorda un altro posto dove sono stato. Un posto stupendo! Anche se le persone che ci vivono… un po’ così. Aspetta, ti do una mano.

Montano la tenda, poi stendono un telo e ci si siedono sopra. L’aria è ancora calda, nonostante l’ora. Sofia è bellissima, e i suoi rossi ricci riflettono la luce della luna. Gira una canna, pensierosa.

– Come mai hai accettato il mio invito? Ci conosciamo appena. Io non so se avrei accettato.

– Non saprei. Così. Sembri interessante.

Sorridono. Fumando, Sirio la avvolge in un abbraccio.

– Perché non togli gli occhiali?

– Poi non vedrei niente. C’è un bel panorama, qui.

Sofia sorride.

– Ti consiglio di toglierli invece: non vorrei che si rompessero.

Lo fanno: un po’ fuori, e un po’ dentro.
Infine si addormentano uno a fianco all’altro, nudi sotto l’unico sacco a pelo. Il calore che si trasmettono i loro corpi. È già quasi l’alba.
Vengono svegliati dal sudore e dal caldo soffocante. Il sole, già alto, picchia sulla tenda senza pietà. Grugniti e braccia che si distendono. Un bacio schiocca. Poi un altro.
Lo fanno: soltanto fuori, visto il caldo.
Sofia tira fuori dallo zaino un thermos di caffellatte e dei biscotti secchi. Sirio gira una canna, pensieroso.

– Che senso hanno tutti questi momenti perduti?

Indica loro due, indica il bosco, indica il sole. Indica la strada, le macchine che sfrecciano in lontananza e in vicinanza. Sofia fa spallucce, e gli passa il thermos e dei biscotti.

– Attaccati, non abbiamo tazze.

Poi, dopo una lunga pausa, accenna una risposta.

– Beh, credo tu sappia perfettamente che non hanno alcun senso. Hanno il senso che gli dai tu. È il gioco della libertà, è tutto soltanto un gioco. Credo sia per questo che mi hai seguito. Non abbiamo il controllo su niente, e allo stesso tempo il controllo su tutto. È strano. Probabilmente, non se ne può semplicemente parlare. Puoi solo sentirlo.

Respira a lungo, profondamente.

Giocano, leggono, ridono e cantano per il resto del tempo, finché il sole non inizia a calare. Lo fanno un’ultima volta, rotolandosi nell’erba, e sgomberano il campo.
Alla fermata, si dividono per opposte direzioni. Si salutano con un bacio e un lungo abbraccio, in cui respirano a fondo il reciproco profumo.
Sirio osserva a lungo allontanarsi quella fluente creatura, i neri capelli intrecciati che scivolano lungo la sua schiena. Sorride. Poi si gira, e si avvia anche lui.

Sceso dall’autobus, scende delle scale. Il parchetto alla sua sinistra verdeggia sospinto dal vento. I palazzi alla sua destra s’ingrigiscono col passare degli anni, ma a questo lui non può far caso, mortale com’è.
Giunto all’angolo di casa, si trova di fronte un losco individuo con un ombrello nero.
Glielo punta contro:

– Bang! – esclama.

– È solo un ombrello – gli fa notare Sirio, per niente impressionato.

– Vero. Verissimo.

Estrae una vera pistola, e gliela punta contro:

– Bang! – esclama.

Il corpo di Sirio cade a terra esangue.
Per il resto, chissà.