Ilaria

Sospiro,
il mio amore è silenzioso.
Le mani che stringo
sono frasi mancate.
Quel modo in cui ti guardo,
forse sai cosa significa
(forse no)
mi viene a mancare l’aria.
Potrei fondermi con te,
allora forse troverei pace
(forse no)
il tuo collo ha la linea perfetta
per le mie labbra.

E non pensare un istante,
non un istante solo,
che io possa pensare soltanto a te,
soltanto a te.
Perché so che impazzirei
e francamente ne ho abbastanza
(forse no)
di essere nel caos
per l’ordine del mondo.

Ma ti assicuro, io
io ti assicuro che il tuo corpo
è tra le poche gabbie
dove sono davvero a casa.
E ti assicuro
(forse no)
che tutte le mie incertezze
non hanno più senso
quando le dedico a te.

Peixotto

L’autunno foglie fragili
cade sul mio cammino
come cicche accese di sigarette
dalla mano, lungo la strada.

I passeri spaventati cantano la parata
delle nuvole in fuga
verso l’inverno, orchestra pennuta.

Il sole a intermittenza
mi saluta con dolci carezze,
per tornare poi nel suo guscio
a riflettere
sulle proprie incertezze.

Vedo i bambini giocare
tra i legni, ricordo chiaramente:
ero io, lì tra i legni,
già mi chiedevo
e rispondevo niente.

Il sole rispende di nuovo,
il mio respiro ora è sereno.
Ho dato alla tristezza
color di cristallo
rara più d’un corallo
vi cerco la mia essenza.

Io son stato sempre,
non son stato mai,
non conosci l’inizio
né la fine vedrai.

Questa vita vale la pena di per sé.
Sono io con la mia penna,
siamo noi che parliamo.